Strage Mineo, l'Ispesl

Strage Mineo, l'Ispesl: la strage dell'11 giugno del 2008 poteva essere evitata. Gravi e sconcertanti irregolarità dietro la morte dei sei operai


Come si apprende dal servizio mandato in onda dal Tg1 e realizzato dall'inviata Maria Grazia Mazzola, ad un anno dalla strage di Mineo, dove persero la vita sei operai, la procura della repubblica di Caltagirone chiude le indagini accertando gravi e sconcertanti responsabilità. "Le parole - afferma il commissario straordinario dell'Ispesl, Antonio Moccaldi - pronunciate dal procuratore Paolo Giordano al Tg1 nel corso dell'intervista rilasciata alla giornalista Maria Grazia Mazzola, non lasciano scampo agli equivoci: l'11 giugno del 2008 furono commesse gravi irregolarità che portarono alla assurda morte dei sei operai calati nel pozzetto dell'impianto di depurazione.

Tragedia, anche questa, che poteva essere evitata". Stando alle indagini, il collegio dei consulenti tecnici ha accertato che in quei luoghi vi era una concentrazione elevata di una sostanza altamente nociva che è l'idrogeno solforato. Inoltre l'inchiesta ha permesso di appurare che non c'era un piano di manutenzione regolare, non c'era sicurezza sul lavoro per gli operai (trovati cadaveri senza mascherine e senza tute di protezione) e neanche corsi di qualificazione. "Questa incresciosa verità testimonia - sottolinea il professore Moccaldi - quello che noi in più di un'occasione abbiamo ribadito: vi è spesso la mancanza di conoscenza delle procedure di lavoro in ambienti chiusi e nei quali può non essere nota a priori la qualità dell’aria. I tragici fatti mettono in evidenza l’urgente ed inderogabile necessità di mettere in atto il documento di valutazione dei rischi per tutti i soggetti che a qualunque titolo operano all’interno di ambienti di lavoro e il rispetto delle procedure di sicurezza previste. La modalità dell’accadimento dell’incidente conferma purtroppo i dati dello studio dell’Ispesl realizzato su 2500 casi di infortuni mortali e gravi che mostra come la causa più frequente di infortunio mortale sia riconducibile a “errore di procedura” nel 59,1% dei casi accompagnato spesso la carenza di “formazione e informazione”.

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