Umbria. Al via “Imprendosicuro” per la sicurezza sul lavoro

Un progetto sviluppato dalla Provincia di Perugia, in collaborazione con l’Inail, la Camera di Commercio e l’Usl 2. Intervista all’assessore al lavoro  Giuliano Granocchia 
PERUGIA - Un progetto innovativo che affronta un problema che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi quale gli incidenti  sul lavoro. Incidenti che non sono dovuti a sciagurate fatalità, che provocano morti, invalidi.

Chiediamo all’assessore al lavoro della Provincia di Perugia come è nata l’iniziativa che sta per decollare.

E’ nata da un confronto tra l’area formazione lavoro della Provincia, l’Inail provinciale, il ministero del lavoro, la Camera di Commercio e l’Usl 2 di Perugia nell’ambito di tavoli sui luoghi di lavoro e sulla sicurezza. Un dato in comune è che tutti abbiamo riscontrato come punti di criticità la mancanza di informazione per quelli che la legge definisce ‘neoimprenditori’, ma che sono soprattutto ditte individuali, spesso costretti dal datore di lavoro ad aprire una posizione indipendente, pur rimanendo nei fatti lavoratori dipendenti. A questo dobbiamo aggiungere che nella nostra Regione è altissima la percentuale di lavoratori stranieri, e fra loro gli incidenti sul lavoro rappresentano una fetta molto significativa. Abbiamo ragionato insieme su quali risorse avremmo potuto mettere in campo, e siamo arrivati a definire dapprima un protocollo d’intesa nel 2008 col quale sono stati chiariti gli obiettivi, per approdare oggi al primo modulo di formazione. Il primo step sarà finanziato interamente dall’Inail, la provincia metterà a disposizione risorse attraverso il Centro per l’impiego, la Camera di commercio ha messo a disposizione la banca dati, importante soprattutto per arrivare ai neo-iscritti, che stanno aumentando di molto, e fra loro, come dicevo, i lavoratori stranieri.

Puoi dare quale cifra?
Nella composizione dell’ultimo biennio ben 1581 sono le neoimprese a domanda individuale di ‘imprenditori’ stranieri, su 6232 neo-imprese, dato complessivo.

E su queste 1581 si sa quante sono vere e quante sono false?
Non abbiamo questo dato a disposizione al momento, gli ultimi dati sono quelli della Direzione provinciale del lavoro sulla regolarità.

La Cgil si è molto spesa nell’ultimo anno per difendere il Testo Unico, e contemporaneamente nell’attivazione di un lavoro di formazione con i Rls sul territorio. In questo senso può contribuire anche a fornire dati utili, prevedete una collaborazione in futuro?
Sì, penso che una collaborazione stringente con sindacati può aiutare senz’altro un intervento sul territorio, in particolare per quanto riguarda nodi del mercato del lavoro italiano, come le false partite Iva.

Perché questo progetto è rivolto solo ai neo-imprenditori?
Come ti dicevo prima di tutto per l’alta presenza di ‘imprenditori’ stranieri, li definisco così perché così li definisce la legge. Per questo dedichiamo un’azione specifica a loro. E poi perché nell’azione istituzionale è già è in piedi la formazione per i lavoratori dipendenti.
Inoltre considera che abbiamo un altro progetto indirizzato alle scuole superiori, agli Istituti tecnici. Insieme ad altre associazioni come l’Anmil, oltreché l’Inail, e con i professori, all’interno delle discipline tecniche abbiamo inserito l’insegnamento dei primi elementi di diritto e sicurezza del lavoro, soprattutto per la specializzazione tecnico-professionale, che sarà quella più facilmente a rischio. Stiamo mettendo in campo una serie di azioni articolate per affrontare il nodo sicurezza a 360 gradi.

Come pensate di far conoscere il progetto “ImprendoSicuro”?
Stiamo attivando iniziative di animazione territoriale, le abbiamo definite così, per far conoscere il progetto nel territorio. E’ una prima fase di raccolta adesioni, che stiamo mettendo in pratica con un’informazione molto capillare. Domani c’è il primo momento di animazione territoriale a Perugia. Dopo aver dato l’informazione e raccolto le adesioni seguiranno i corsi di formazione, che si terranno nei  maggiori comuni della provincia, ovvero a Perugia, Foligno, Spoleto, Assisi, Bastia Umbra, Todi, Marsciano, Gubbio, Gualdo Tadino, Castiglione del lago e Città di Castello.

Come sono articolati e quanto costeranno?
I corsi sono di 18 ore e al termine verrà rilasciato un attestato che vale come credito formativo. Sono completamente gratuiti, e si terranno di sera per evitare incompatibilità con gli impegni di lavoro.

Avete previsto anche una seconda fase di verifica dei risultati?
Stiamo mettendo a punto anche questo, perché riteniamo sia necessario l’accertamento della messa in pratica di tutto quanto concorre a rendere il lavoro sicuro.

L’Umbria detiene il triste primato degli infortuni, al momento, come spieghi questo dato?
Intanto per la forte incisività nella media nazionale del settore dell’edilizia, largamente soggetto al lavoro nero e a una gestione selvaggia dei cantieri, privi di qualsiasi elementare norma di scurezza.  Nel primo trimestre di quest’anno i controlli intervenuti hanno portato alla chiusura di 6 cantieri. Il livello di illegalità è abbastanza diffuso, ed è aggravato dalla crisi, perché lavoratori italiani e stranieri accettano condizioni di lavoro inaccettabili. Un’altra iniziativa messa in campo come Provincia riguarda accordi con alcune Amministrazioni per attivare collaborazioni con la polizia comunale e provinciale per avere segnalazioni di cantieri abusivi, in modo da attivare i dovuti accertamenti e controlli, o per la ricerca di laboratori clandestini, soprattutto del settore maglieria, che nonostante la crisi continuano a lavorare. Insomma vogliamo creare un presidio permanente.

Inoltre bisogna considerare che la situazione generale ha subito evoluzioni in negativo, pensa solo al taglio di personale e fondi alle Direzioni provinciali del lavoro, o alle Usl, che ci costringe a registrare una significativa disattenzione sul tema della sicurezza. Se a questo aggiungiamo la riscrittura del Testo Unico, con l’inserimento del provvedimento che ha tolto l’obbligatorietà della comunicazione dell’assunzione, si capisce come è più difficile il controllo oltre al taglio delle risorse e dei mezzi, con una legislazione che apre spazi a comportamenti illegali

Quanto Regioni e Province si possono rendere autonome dalle scelte del governo centrale?
Non possiamo non tenere conto dei vincoli che pone una legge nazionale, ma la presenza pubblica nel settore del mercato del lavoro è già un fatto molto importate, la rete dei centri per l’impiego è una sponda alla lotta al lavoro nero, e poi la collaborazione istituzionale, mettere insieme risorse, anche se più o meno scarse, fra Direzione provinciale, Usl, Inail, la collaborazione con le Amministrazioni comunali, sono tutte cose che possono sviluppare collaborazioni che permettono di andare al di là dei paletti di una legge, per costruire sul territorio una controtendenza. Considera che l’Umbria è stata la prima regione ad avere la legge sul Durc (documento unico di regolarità contributiva, ndr), ad attivare i piani sanitari regionali e i servizi territoriali per la prevenzione e la sicurezza in risposta alla mancanza di risorse nazionali. La mancanza di un quadro nazionale è drammatica, ma è sicuramente incisiva la presenza delle Istituzioni locali

fonte www.dazebao.org/news

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